mercoledì 27 giugno 2012

Zattera con specie “aliene” approda negli USA (VIDEO)

Zattera con specie “aliene” approda negli USA (VIDEO)


Un detrito di 170 tonnellate proveniente dal Giappone ha raggiunto le coste dell'Oregon 16 mesi dopo il terribile tsunami dell'11 marzo 2011. A rischio l'ecosistema locale per le 50 specie aliene trasportate dall'arca.



Andrea Centini – 18 giugno 2012 – Prefettura di Myagi, ore 14:46 dell'11 marzo 2011. La terra trema per 6 minuti ed il Giappone precipita nel caos, devastato unapotentissima scossa di magnitudo 9 -la più forte mai registrata nel paese e la settima mondiale- cui ha fatto seguito l'incubo tsunami, con onde altre oltre 10 metri ad una velocità di 750 chilometri orari. Il bilancio ufficiale parla di 15.704 morti, quasi 5 mila dispersi e danni praticamente incalcolabili, tra il disastro nucleare della centrale di Fukushima e milioni di tonnellate di detriti fatti di case, auto, imbarcazioni ed infrastrutture che hanno travolto tutto.

Molti di questi detriti -il governo giapponese stima 5 milioni di tonnellate- sono stati risucchiati in mare e quasi 2 milioni di tonnellate hanno iniziato a vagare negli oceani, facendo viaggi di centinaia di migliaia di chilometri e raggiungendo, mesi e mesi dopo il disastro naturale, coste e luoghi di un altro mondo.
E' il caso di un enorme molo proveniente dal porto di Misawa, una vera e propria isola vagante dal peso di 170 tonnellate e lunga 20 metri che è appena giunta sulle coste dell'Oregon di Agate Beach. Faceva parte di un gruppo di 4 elementi dei quali si è persa traccia in oceano aperto, fino alla ricomparsa nelle acque del continente americano. Potete vederne un video qui.
Al fattore curiosità si è subito associato il pericolo di “disastro ambientale”: l'isola vagante porta infatti in dote oltre 50 specie provenienti dal Giappone, alcune delle quali estremamente invasive e capaci di danneggiare sensibilmente gli equilibri dell'ecosistema americano.
Le maggiori preoccupazioni sono rappresentate dalla temibile alga brunawakame (Undaria pinnatifida – Harvey 1873), che in passato aveva già invaso le acque delle California causando problemi, il granchio di costa giapponese (Hemigrapsus sanguineus – De Hann 1853) e la stella marina del Pacifico del Nord (Asterias amurensis – Lutken 1871). Queste ultime due specie hanno già invaso la costa di altri paesi (come la Tasmania) debilitandone gli ecosistemi e spazzando via decine e decine di specie autoctone, in particolare crostacei. Il rischio non è solo ambientale ma anche economico, poiché in caso di diffusionele specie aliene potrebbero colpire direttamente diverse specie di interesse commerciale.
Per queste ragioni un team di biologi dell'Oregon Department of Fish and Wildlife, coordinati dal professor John Chapman, ha iniziato a sterilizzare la piattaforma col fuoco ed a sotterrare la tonnellata e mezzo di materiale organico ad essa aggrappata: “siamo stati presi alla sprovvista – sottolinea lo studioso – è stato come un incontro ravvicinato del quarto tipo, con una astronave aliena arrivata dallo spazio sulle nostre coste. È impossibile prevedere che impatto possano avere queste specie sul nostro ecosistema, quindi la cosa migliore in questa prima fase è tenerle alla larga ed eliminarle”. Nonostante le comprensibili preoccupazioni dei biologi non tutte le specie della piattaforma sono nocive o sconosciute all'ambiente americano, tra esse crostacei (cirripedi e balani), alcuni echinodermi (i ricci di mare) e bivalvi.
Ancora non si è deciso se distruggere la “zattera aliena” o trasportarla al porto di Newport, ma i ricercatori intendono studiarne a fondo la storia per ampliare le conoscenze sulle cosiddette invasioni di specie alloctone, un delicato tema ecologico che riguarda molto da vicino anche l'Italia.