mercoledì 27 giugno 2012

Impatto extraterrestre multiplo. Nuove conferme

Impatto extraterrestre multiplo. Nuove conferme


Un team di ricerca internazionale ha scoperto in Siria e Pennsylvania prove inconfutabili di un catastrofico impatto con corpi celesti avvenuto circa 13 mila anni fa.



Andrea Centini – 12 Giugno 2012 – Alcuni mesi addietro un gruppo di ricercatori, coordinato dal professor James Kennet dell'Università della California di Santa Barbara, aveva trovato le prime importanti prove di un devastante impatto cosmico nel Lago di Cuitzeo (Stato diMichoacan , Messico) avvenuto migliaia di anni fa. Nanodiamanti, sferule da impatto e londaselite, tutti elementi che per Kennet non potevano che avere un'unica spiegazione: “Questi materiali – spiegò lo studioso su Proceedings of the National Academy of Sciences – non potevano esser stati generati attraverso attività antropica, vulcanica o da altri processi naturali terrestri. L’unica spiegazione è nell’impatto con un oggetto proveniente dall’ambiente esterno”.

L'importanza di questa collisione cosmica è legata alla spiegazione del cosiddetto Younger Dryas, un breve periodo geologico noto come “Grande Gelo” che circa 12 mila anni fa cambiò completamente il nostro pianeta a causa di repentini cambiamenti climatici. I ricercatori ipotizzano che lo Younger Dryas sia stato causato dall'impatto con un corpo celeste -un meteorite o una cometa- di centinaia di metri, una collisione devastante che decretò la scomparsa della megafauna dal Nord America (mammuth, bradipi giganti e tigri dai denti a sciabola) e persino della preistorica cultura umana chiamata Clovis.
Mesi dopo la prima scoperta, lo stesso team ha avviato un progetto di ricerca in Pennsylvania, South Carolina ed in Siria, trovando altre prove del catastrofico evento, prove che hanno definito maggiormente i contorni dell'intera vicenda: “Gli scienziati -spiega H. Richard Lane, direttore del programma della National Science Foundation che ha finanziato la spedizione- hanno identificato tre identici livelli di scorie silicee (SLO) relativi a 12 mila anni fa”. “Gli SLO – prosegue l'esperto- sono indicativi di esplosioni in aria ad altissima energia o di impatti cosmici, elementi che rafforzano la tesi che tali eventi abbiano indotto l'inizio del Dryas recente. Quell'epoca fu un nuovo inizio per la storia umana, biotica e climatica”.
Evidenze morfologiche e geochimiche del materiale analizzato confermano che esso non è di origine vulcanica o antropica: “Le elevatissime temperature riscontrate (tra i 1.700 ed i 2.200 gradi Celsius ndr) nelle particelle di vetro fuso – sottolinea Kennet – appaiono identiche a quelle trovate in noti scenari da impatto cosmico, come il Meteor Crater in Arizona o il campo Tektite in Australia. Questo materiale corrisponde anche al vetro fuso trovato a Socorro (New Mexico), quando nella base Trinity nel 1945 ci fu un'esplosione nucleare aerea”. “Le temperature estreme richieste – prosegue lo studioso – sono simili a quelle generate da una bomba atomica, sufficientemente elevate per far letteralmente fondere e bollire la sabbia”.
Secondo le ultime analisi il catastrofico impatto avrebbe interessato tre continenti coprendo quasi 1/3 del pianeta, passando dal Nord America all'Europa occidentale fino al Medio Oriente. Un'area talmente vasta che i ricercatori ancora non riescono a trovare un limite per i detriti da impatto. “Poiché i vari siti sono separati da migliaia di chilometri ipotizziamo che ci siano state tre o più grandi esplosioni sulla Terra, causate da uno sciame di oggetti cosmici originatisi dalla frattura atmosferica di un grande meteorite o di una cometa”.
Oltre alla scomparsa della cultura Clovis in Nord America, i ricercatori pensano che l'impatto avvenuto ad Abu Hureyra (Siria) nella valle dell'Eufrate sia stato catastrofico per gli insediamenti umani di tutta l'area, considerata da antropologi ed archeologi “la culla dell'agricoltura”. I risultati cui sono giunti gli studiosi coordinati da Kennet sono compatibili con scoperte fatte in vari depositi fossili, relativi alle brusche modifiche degli ecosistemi, all’estinzione della megafauna, alla drastica riduzione delle popolazioni ed al cambiamento culturale umano.